Quando nascette Ninno
Da cosa nasce cosa, per chi non si distrae. Il commento suonerebbe appropriato per raccontare come un gruppo musicale napoletano, i Damadakà, sia finito a suonare canzoni popolari natalizie nella cattedrale di Bologna, la settimana prima del Natale. C’è di mezzo, in questa semplice avventura, una vacanza estiva a Pizzo Calabro, di un gruppo di famiglie che portano i figli nelle scuole paritarie del Pellicano di Bologna. Sulla spiaggia, casualmente, si sono incontrati con questi amici napoletani, scoprendo un amore comune per il canto e la loro passione musicale per la tradizione campana ma anche del Sud e delle isole. Nel repertorio dei Damadakà ha uno spazio particolare il Natale, a cominciare da “Quando nascette ninno” (l’archetipo di “Tu scendi dalle stelle”) scritto nel ‘700 da un popolare santo campano: Alfonso Maria de' Liguori. Per farla breve è nata, nel dialogo tra questi nuovi amici, l’idea di un concerto a sostegno del Pellicano che fosse però il più possibile aperto ai bolognesi. La proposta è arrivata all’arcivescovo Matteo Zuppi che non solo ha concesso si tenesse in cattedrale l’evento, per coinvolgere la città e sensibilizzare l’amministrazione comunale, ma ne ha suggerito una finalità appropriata: il sostegno ai bambini più fragili e alle loro famiglie, più colpite da questo biennio di pandemia. Il suggerimento ha subito trovato pronto il Pellicano, segnalatosi tra l’altro per aver inviato anche a casa dei bambini più bisognosi di aiuto i propri insegnanti, per sostenerli nella didattica a distanza, durante le lunghe settimane e mesi di chiusura della scuola in presenza. C’era poi in gestazione, in queste scuole, un progetto per reperire risorse proprio per sostenere i bambini fragili e bisognosi di assistenza. L’hanno ribattezzato “Adotta un genio”. E c’è un pizzico di genialità in questa scelta che consiste nell’associare questi scolari, ovviamente anonimizzati, al nome di un vero genio che avesse della disabilità, spesso non rammentate nei libri di scuola. Ad esempio, Leonardo da Vinci, che aveva qualche problema di coordinamento tra gli emisferi del suo strepitoso cervello. Chi si coinvolgesse nel progetto, con un sostegno concreto, potrebbe quindi adottare nientemeno che “Leonardo da Vinci”, o altre “grandi” personalità geniali del passato. E’ un modo creativo, immaginato al Pellicano, per dire che ognuno ha la sua genialità, un valore infinito, in qualunque condizione umana si ritrovi. E così, in san Pietro, centinaia di genitori con figli e nonni al seguito, presente l’assessore alla scuola Daniele Ara, si son ritrovati a ritmare con le mani i più classici motivi natalizi di Calabria, Campania, Sicilia, Cilento, Molise o di Procida, grazie ai Damadakà ma anche, in alcuni pezzi, al piccolo coro dei bambini del Pellicano, che non hanno affatto sfigurato con il classico dei classici “Tu scendi dalle stelle”. Il tutto è stato introdotto dallo stesso arcivescovo che ha dato in tal modo il “via ufficiale” agli auguri natalizi.
Da cosa nasce cosa, per chi non si distrae. Il commento suonerebbe appropriato per raccontare come un gruppo musicale napoletano, i Damadakà, sia finito a suonare canzoni popolari natalizie nella cattedrale di Bologna, la settimana prima del Natale. C’è di mezzo, in questa semplice avventura, una vacanza estiva a Pizzo Calabro, di un gruppo di famiglie che portano i figli nelle scuole paritarie del Pellicano di Bologna. Sulla spiaggia, casualmente, si sono incontrati con questi amici napoletani, scoprendo un amore comune per il canto e la loro passione musicale per la tradizione campana ma anche del Sud e delle isole. Nel repertorio dei Damadakà ha uno spazio particolare il Natale, a cominciare da “Quando nascette ninno” (l’archetipo di “Tu scendi dalle stelle”) scritto nel ‘700 da un popolare santo campano: Alfonso Maria de' Liguori. Per farla breve è nata, nel dialogo tra questi nuovi amici, l’idea di un concerto a sostegno del Pellicano che fosse però il più possibile aperto ai bolognesi. La proposta è arrivata all’arcivescovo Matteo Zuppi che non solo ha concesso si tenesse in cattedrale l’evento, per coinvolgere la città e sensibilizzare l’amministrazione comunale, ma ne ha suggerito una finalità appropriata: il sostegno ai bambini più fragili e alle loro famiglie, più colpite da questo biennio di pandemia. Il suggerimento ha subito trovato pronto il Pellicano, segnalatosi tra l’altro per aver inviato anche a casa dei bambini più bisognosi di aiuto i propri insegnanti, per sostenerli nella didattica a distanza, durante le lunghe settimane e mesi di chiusura della scuola in presenza. C’era poi in gestazione, in queste scuole, un progetto per reperire risorse proprio per sostenere i bambini fragili e bisognosi di assistenza. L’hanno ribattezzato “Adotta un genio”. E c’è un pizzico di genialità in questa scelta che consiste nell’associare questi scolari, ovviamente anonimizzati, al nome di un vero genio che avesse della disabilità, spesso non rammentate nei libri di scuola. Ad esempio, Leonardo da Vinci, che aveva qualche problema di coordinamento tra gli emisferi del suo strepitoso cervello. Chi si coinvolgesse nel progetto, con un sostegno concreto, potrebbe quindi adottare nientemeno che “Leonardo da Vinci”, o altre “grandi” personalità geniali del passato. E’ un modo creativo, immaginato al Pellicano, per dire che ognuno ha la sua genialità, un valore infinito, in qualunque condizione umana si ritrovi. E così, in san Pietro, centinaia di genitori con figli e nonni al seguito, presente l’assessore alla scuola Daniele Ara, si son ritrovati a ritmare con le mani i più classici motivi natalizi di Calabria, Campania, Sicilia, Cilento, Molise o di Procida, grazie ai Damadakà ma anche, in alcuni pezzi, al piccolo coro dei bambini del Pellicano, che non hanno affatto sfigurato con il classico dei classici “Tu scendi dalle stelle”. Il tutto è stato introdotto dallo stesso arcivescovo che ha dato in tal modo il “via ufficiale” agli auguri natalizi.
Gianni Varani, avvenire 9/1/2022