In attesa attraverso l’esperienza
Intervista ad Elena, maestra e Coordinatrice della Scuola dell'Infanzia Minelli Giovannini
Ciao Elena, vorrei innanzitutto chiederti come state vivendo qui alla scuola dell’infanzia Minelli-Giovannini questo periodo di attesa del Natale.
In attesa della Sacra rappresentazione del Natale di martedì 17 dicembre, raccontiamo ai bambini la storia della nascita di Gesù.
Il lunedì dopo la prima domenica d’Avvento abbiamo raccontato, con la proiezione delle ombre, la storia della nascita di Gesù e hanno trovato in sezione i calendari d’avvento. È così che i bimbi comprendono che cosa accade in questo tempo di attesa e si avvicinano al significato profondo di questo momento particolare dell’anno. Sempre per questo scopo, martedì mattina li attendeva la sorpresa del presepe, allestito all’ingresso, e tutta la scuola decorata dai genitori la sera prima.
Ora, tutte le mattine i bimbi aspettano con trepidazione di aprire il Calendario dell’Avvento: ogni sezione ne ha realizzato uno in linea con il percorso che sta sviluppando quest’anno. La sezione dei Piedini, i nostri più piccoli, ha creato delle scatoline che contengono pezzi di puzzle che compongono le cinque scene della Sacra rappresentazione del Natale. La sezione delle Rondini ha invece costruito un presepe di cartone, aiutati dal papà di una maestra, in cui i bambini trovano ogni giorno le statuine. Le Mongolfiere hanno fatto un calendario con i calzini che i bimbi utilizzavano da piccoli e una mamma insegnerà loro a ricamare.
Infine, le Trottole lavorano sulle tradizioni natalizie: ogni giorno aprono una scatolina dove si trovano pezzi del racconto della nascita di Gesù ed elementi caratteristici di questo periodo natalizio di attesa. Sempre in quest’ottica preparano, come regalo da portare a casa, una tombola, tradizionale gioco che si fa in famiglia durante questo periodo dell’anno: l’obiettivo è immettere i bambini in una proposta che permetta loro di vivere questo momento in modo diverso. Questo si lega anche al loro percorso annuale, incentrato sulle tradizioni.
Hai parlato delle cinque scene della Sacra rappresentazione del Natale. Parlamene meglio, come si svolgerà?
Per noi la Sacra rappresentazione del Natale è il Presepe vivente, che prevede una collaborazione attiva dei bambini e delle loro famiglie, che partecipano tutti insieme in costume, rappresentando il popolo ebraico che segue per le strade del quartiere la narrazione della nascita di Gesù, dall’annunciazione alla Sua venuta. In questo percorso abbiamo scelto di mettere in scena cinque “quadri viventi”:
- L'Annunciazione e il Sogno di San Giuseppe saranno allestiti nel nostro cortile. Abbiamo chiesto a due genitori di impersonare Maria e Giuseppe e ad un papà di essere l’angelo che porta loro l’annuncio;
- nel Viaggio verso Betlemme, il corteo formato da famiglie e bambini seguirà Giuseppe e Maria che viaggerà in groppa a un asinello;
- l’Annuncio dei pastori si svolgerà nella piazzetta lungo via Sigonio, dove verrà allestito il mercato di Betlemme. I bambini più grandi eseguiranno un canto o una danza durante la rappresentazione, mentre alcuni altri animeranno le botteghe;
- infine, la Natività vera e propria, cioè la nascita di Gesù, verrà messa in scena davanti al sagrato alla Chiesa di Santa Maria Goretti.
Utilizzerete un asino vero per la scena del viaggio?
Sì, assolutamente: vogliamo favorire nei bambini il contatto con la realtà, anche utilizzando oggetti fisici e reali. Un anno, ad esempio, abbiamo portato il giglio di Maria. È bellissimo vedere ogni anno come i loro occhi si aprono e riconoscono una verità, quando accade in fatti reali. Per questo facciamo in modo che i bambini partecipino attivamente alle attività del mercato: sono loro i protagonisti, le famiglie li accompagnano soltanto.
Nelle settimane precedenti proponiamo ai bambini alcuni mestieri come il fruttivendolo, la lavandaia, il falegname e il panettiere che i bambini sperimentano utilizzando strumenti e materiali veri (martello, seghetto, chiodi, semi, impasto del pane, lana). Dopo averli provati scelgono quello che preferiscono e svolgeranno durante la sacra rappresentazione.
Come fate ad aiutare dei bambini così piccoli a immedesimarsi?
Attraverso l’esperienza. I bambini cominciano a prepararsi dieci giorni prima, così apprendono in modo spontaneo e naturale attraverso la narrazione, i canti, le loro domande e la prova mestieri. Le maestre allestiscono nel giardino della scuola le ambientazioni che richiamano il mercato di Betlemme e il campo dei pastori con tavoli e materiale vario per fare i mestieri.
Così, trovando tutto il contesto cambiato sono aiutati a immedesimarsi nella proposta e cominciano a sperimentare, provare e toccare ogni cosa. Quando l’esperienza finisce noi chiediamo loro: “Che cosa ti è piaciuto?”. Loro lo sanno già. Interveniamo solo quando un mestiere è stato scelto da troppi bambini: a quel punto guidiamo i più piccolini e proviamo a dare loro un’altra occasione di apprendimento. Per noi è una grande possibilità: sviluppano nuove competenze e utilizzano tutti e cinque i sensi.
Ci sono altre attività che fanno i bambini per preparare il Presepe vivente?
Dedichiamo tempo e spazio anche ad ascoltare i canti natalizi. La musica è un canale espressivo molto potente per i bambini, soprattutto se sono così piccoli. Inoltre, spiegando loro il significato delle parole che dicono, sono sostenuti nella comprensione del Natale. Per questo davanti alla Capanna i bambini cantano due canzoni.
La tradizione del Presepe Vivente si ripete ogni anno?
Non è detto: nell’anno del Covid-19, per evitare la folla del corteo, abbiamo scelto di fare dei canti natalizi davanti a un presepe grande allestito dai genitori nel giardino della scuola. Un altro anno abbiamo realizzato uno spettacolo con le ombre. Ma il Presepe Vivente ci caratterizza come realtà educativa cattolica in quanto ripropone l’avvenimento della nascita di Gesù rispettandolo nella sua verità e sostenendo i bimbi nella sua comprensione senza aggiungere spiegazioni che vadano oltre la loro esperienza. Per questo è innovativo rispetto ai più tradizionali spettacoli di Natale. È un’esperienza gratificante per i bambini poiché rispetta la loro natura e spontaneità.
Giocano a fare il pastore, o il bottegaio, o l’angioletto”, e intanto imparano e acquisiscono competenze attraverso la dimensione ludica che è la modalità di apprendimento privilegiata di questa fascia di età. Il racconto è lo stesso, tutti gli anni, ma i bimbi sono sempre “nuovi” e anche noi adulti. Siamo tutti in continua crescita e come i bimbi ogni anno attraverso fatti ed eventi cresce la consapevolezza di noi stessi e di ciò che ci circonda. Così anche le scenografie sono diverse ogni anno, a seconda della creatività delle insegnanti, dei genitori che ci aiutano ad allestirlo e dell’iniziativa dei bambini.
E quest’anno mentre attendiamo il Natale come ci sorprende questo fatto?