LA FASE 2 (E 3) DEL PELLICANO
Dialogo con la direttrice della scuola, per capire scelte, tentativi nel mezzo della pandemia e cosa può riservarci l’estate
Il Pellicano ha vissuto nel mezzo della bufera come tutti. Ha dovuto imparare passo dopo passo come gestire l’emergenza, come reinventare la didattica di una primaria con quasi 300 allievi. Non c’erano manuali per l’uso. Ma ha tenuto fermi alcuni punti chiave, come ci spiega Simonetta Cesari, la direttrice, pronta comunque ad ammettere che “rifarebbe alcune cose in altro modo, se tornasse all’8 marzo”. Il perché ci viene subito spiegato…
“Noi condividiamo sempre con le famiglie le ragioni delle scelte, i motivi che ci guidano. Le scelte restano contingenti, in una simile emergenza. Ad esempio abbiamo accresciuto e migliorato nel tempo, anche su sollecitazione dei genitori e in base all’esperienza, i contatti in video, uno, seppur breve, anche a seconda dell’età, quasi ogni giorno”
Hanno osannato in molti la “didattica a distanza”, come innovazione da cui non recedere…
“La didattica a distanza risponde all’emergenza, ma sul piano ideale e ottimale i bambini vanno accompagnati fisicamente, nelle scoperte che fanno. Da vicino si colgono molti aspetti che in video non sono possibili. Già ci sono differenze importanti tra prima e quinta elementare. Diverso è per ragazzi di liceo, ovviamente. Ciò non vuol dire che non abbiamo fatto scoperte importanti: penso alla possibilità, per molti bambini, di rivedere più volte i brevi filmati in lingua. E’ stata cosa utile. E abbiamo deciso di non sovraccaricare di compiti gli allievi”
Per le maestre è stato certamente un grosso lavoro. Che metodo vi siete dati?
“Le maestre han dovuto lavorare di più del molto che già fanno. D’aiuto fondamentale sono stati i momenti settimanali, costanti, di confronto – naturalmente tramite videoconferenze – tra le maestre delle varie sezioni per classi parallele, per decidere assieme cosa fare, come impostare la didattica, come evitare l’autoreferenzialità”
E i genitori? Ci sono state defezioni? (pare che quasi un quarto degli studenti italiani della nostra provincia sia “scomparso” in queste settimane)
“Anche con loro abbiamo lasciato la possibilità di un dialogo costante. La mia email personale, come quella dei docenti, era a disposizione. C’è chi mi ha scritto, chi ha chiesto più lezioni. Anche per i genitori sono state settimane difficili. Ci siamo confrontati, anche in assemblee tramite video. Ho spiegato che ci stavamo muovendo per tentativi, un passo alla volta, per capire fin dove potevamo spingerci con le lezioni a distanza, che potevano anche essere un adempimento frettoloso o un tentativo di mero parcheggio diurno. Devo manifestare un grande grazie a tutte le famiglie. Sono state decisive in questa congiuntura. Come scuola, a differenza di quanto sembra accaduto in generale, non abbiamo smarrito nessuno. Anche due allievi di famiglie rimaste in Svizzera sono stati costantemente connessi con il Pellicano”.
Come hanno percepito i ragazzini questa drammatica emergenza?
“I bambini han ben capito cosa accedeva. Ma soprattutto la drammaticità è arrivata in famiglie con genitori medici, che non potevano abbracciare i figli appena entrati in casa. In un video di auguri a una maestra, un bambino di queste ha subito chiesto alla maestra se lei stava bene…”
L’anno chiude così, senza rientro: ma che succede con le quinte? E cosa pensate per i mesi di giugno e luglio?
“L’esame di quinta non c’è più, ma noi crediamo serva farlo ugualmente anche per accrescere la sicurezza dei ragazzini e lo faremo, in modo naturalmente leggero e in video, anche con una sorta di commissione esterna, grazie a ex insegnanti del Pellicano. Quando ai mesi di giugno e luglio, stiamo lavorando per mettere a punto proposte di campi estivi – ovviamente facoltativi – secondo le condizioni che verranno concesse e con le garanzie di sicurezza necessarie, sulla base delle esperienze in corso in Paesi che hanno riaperto in questi giorni le scuole, come la Danimarca. C’è anche un documento del Politecnico di Torino con indicazioni importanti. A noi preme molto continuare un cammino con gli allievi e le famiglie, curando e facendo cose belle assieme, ma senza appesantimenti. Spero di poter comunicare presto cose più precise e scadenze. Abbiamo un gruppo di lavoro che sta preparando le nostre linee guida, anche su scenari diversi, in base alle condizioni che verranno poste dalle Istituzioni”.
E ciò servirà poi per settembre?
“Esattamente. Ci preme tentare di realizzare questi campi estivi, sperimentali, in sicurezza, perché i vincoli della pandemia influiranno anche sulla ripresa scolastica autunnale. Ci serve fare esperienza per sostenere il prossimo anno scolastico. Il Pellicano ci sarà, come sempre da trent’anni” .