Si impara con tutto il corpo



Abbiamo intervistato Simone, maestro di educazione fisica nella nostra scuola primaria, che da un paio di anni ha iniziato un percorso motorio con i bimbi di 5 anni delle nostre scuole dell’infanzia, in un’ottica di continuità tra i due ordini di scuola. Ma sentiamo meglio cosa ha da dirci!
Com’è lo sviluppo delle abilità motorie nei bambini alla fine della scuola dell’infanzia?
Nei bambini di cinque anni l’abilità di movimento e la capacità di coordinazione sono buone, ma bisogna lavorare sul consolidamento degli schemi motori di base (correre, saltare, lanciare, afferrare, arrampicarsi...) e cominciare ad abbinarli al lavoro sulla lateralità. Tutto ciò che si fa deve concorrere a lavorare sulla percezione di sé e del proprio corpo, in rapporto allo spazio e ai compagni.
Nel corso della tua carriera al Pellicano hai notato dei cambiamenti nella consapevolezza del proprio corpo e nei bisogni dei bambini?
Sì, negli ultimi anni abbiamo dovuto ripensare a ciò che può aiutare lo sviluppo dei bambini che incontriamo. In generale sono meno abili e consapevoli di sé e del proprio corpo o forse è meglio dire che è la crescita socioaffettiva che tarda a maturare. Anche per questo che sia importante un continuo confronto tra scuola dell’infanzia, scuola primaria e famiglie, per capire i passi fatti dai bambini e gli obiettivi successivi su cui puntare. Non credo siano cambiati i bisogni dei bambini, semmai è cambiato notevolmente il modo di vivere, che ha portato loro – e tutti in generale – a muoversi di meno e a usare meno il proprio corpo (penso anche al lavoro manuale) e di conseguenza ad averne meno consapevolezza.
Qual è il ruolo del corpo nel processo di apprendimento della primaria?
È fondamentale! Occorre innanzitutto “fare” con il proprio corpo – e perciò è importante averne consapevolezza – per poter apprendere a fondo quello che viene insegnato. Nei bambini l’apprendimento è ancora legato moltissimo al fare, all’esperienza fisica e concreta.


Hai osservazioni sul percorso motorio che stai facendo nelle scuole dell’infanzia con i bimbi di cinque anni?
È un’esperienza per me molto interessante perché mi permette innanzitutto di conoscere i bambini che potrei rivedere l’anno seguente, poi anche per anticipare o mettere le basi per attività che verranno proposte nella scuola primaria l’anno successivo. Questo contatto tra scuola dell’infanzia e primaria dovrebbe stringersi maggiormente per affinare gli obiettivi educativi, in un’ottica id continuità del percorso sempre maggiore.
Qualche consiglio per i genitori sulla scelta dello sport più adatto per i loro figli?
Non c’è una formula precisa. Un criterio può essere sicuramente quello di seguire l’interesse del bambino, ma a volte c’è chi comincia uno sport per stare con un amico e poi se ne appassiona. In ogni caso il risultato finale è lo stesso! Non credo sia sbagliato neanche far provare più discipline sportive, pensando a bambini che non mostrano particolari interessi o doti motorie. Sicuramente un aspetto che terrei presente è conoscere l’ambiente in cui il bambino farà sport, perché per la sua crescita l’aspetto educativo va di pari passo con quello sportivo.